Da Ingegneria a Pittura

La domanda che mi fanno più spesso è: cosa ti ha spinto dopo ingegneria a intraprendere un percorso di tipo artistico?

 

Per quanto riguarda ingegneria la matematica mi è sempre piaciuta, l’informatica e il computer in casa sono stati presenti sin dal 1992 (internet dal 1998), e al liceo scientifico è subentrata la fisica… con questo tridente è stato più che naturale scegliere ingegneria!

 

…e la pittura?

 

Alle elementari mi piaceva disegnare, ricordo un episodio che raramente ho raccontato per paura che sembrasse troppo simile a un aneddoto sull’infanzia di John Lennon…

 

Frequentavo la prima elementare e la suora chiese di scrivere sotto al disegno del nostro personaggio qualcosa che potevamo fare per le altre persone, io scrissi “disegnare”, la suora mi guardò perplessa e mi disse che “disegnare” non poteva migliorare o far stare bene le persone, non insistette troppo dato che mi vide fermamente convinto.

 

Ricordo che fino alle medie passavo buona parte delle lezioni a disegnare, smisi per stare più attento in classe, non che i voti ne abbiano risentito in modo significativo…

 

Cosa mi ha spinto a riprendere a disegnare? Prima di rivelarvelo dobbiamo parlare… di musica.

 

La musica ha iniziato a essere una parte importante della mia vita mentre frequentavo le medie, a 15 anni iniziai a suonare il basso elettrico, e dopo qualche anno iniziai a suonare in diversi gruppi, spesso facevamo cover di altri artisti che volevamo imitare, con l’intenzione di passare nel breve periodo a comporre brani originali, questa seconda parte raramente entrava in scena… e spesso in sala prove suonavamo per settimane i soliti brani: la cosa poteva essere divertente ma spesso mi annoiava fare sempre le solite canzoni.

 

A 19 anni mi feci tatuare la chiave di basso, per simboleggiare quanto questo strumento fosse importante nella mia vita, la musica l’ho sempre definita una “passione” e ho sempre guardato storto chi la definiva un “hobby”.

 

Scrivevo spesso brani da solo, sia testo che musiche e il fatto che raramente li proponessi alla band, in quanto eravamo ancora in fase di rodaggio, era frustrante; le poche volte che li arrangiavamo  non mi piaceva spolverare brani scritti mesi prima e vederli completamente trasformati rispetto alla mia idea originale.

 

Col tempo capii che quello mi piaceva veramente era comporre: solo una canzone arrivò a una registrazione grezza e il fatto che molti brani non videro mai luce è ancora oggi una delusione profonda.

 

A 21 anni entrai a far parte di una nuova band hard rock, mi trovavo molto bene, a livello umano, musicale ma soprattutto a livello compositivo, avevamo iniziato a comporre dei brani, e quando tutto andava per il meglio, la band si sciolse per problemi di impegni personali, che non potevano garantire stabilità al gruppo.

 

Fu la goccia che fece traboccare il vaso, mi ero trovato più volte in quella situazione, di dover ripartire da zero, ma questa volta non trovavo motivazione (forse anche a causa degli impegni universitari), iniziai a suonare il basso elettrico in solitaria senza cercare un nuovo gruppo.

 

Ho anche cercato di avviare un progetto solista con lezioni di canto, chitarra e piano, ma probabilmente non ero abbastanza determinato… oltre a essere stonato come una campana!

 

A 22 anni mi feci il mio secondo tatuaggio, ovviamente a tema musicale, un simbolo dei TOOL, la mia band preferita, durante le quattro sessioni parlai con il tatuatore sul fatto che mi sarebbe piaciuto disegnare bene quanto lui ma che purtroppo non ero portato; non so riportare correttamente la sua risposta ma sostanzialmente fu “se non disegni mai, non migliorerai: è tutta una questione di esercizio”.

La sua risposta mi folgorò, iniziai a disegnare il più possibile, forse più per rilassarmi che in vista di qualche obiettivo.

 

Più passava il tempo e più capivo che forse il disegno rappresentava quello che stavo cercando nella musica in particolare per due ragioni:

 

  1. avere il totale controllo su quello che realizzavo senza dover dipendere da altre persone
  2. non dover tornare a rivedere lavori che reputavo conclusi (a quante band non piace suonare dal vivo una propria hit scritta 10 anni prima?)

 

Cosa mi mancava per iniziare? La tecnica, iniziai a disegnare in ogni momento libero… e i risultati non tardarono ad arrivare 😀

 

(continua -> PARTE 2 )

 

Il fumetto che vedete non l’ho realizzato io ma Sarah Andersen, qui la sua pagina facebook.